1 maggio – 12 giugno 1993
Mostra a cura di Jeanne Clegg e Paul Tucker
Con patrocinio del Primo Ministro di Gran Bretagna e del Ministero Italiano per i Beni Culturali e Ambientali
Con il contributo della Cassa di Risparmio di Lucca e la collaborazione della Guild of St. George e della Ruskin Gallery di Sheffield
L’idea e la proposta di avere a Lucca la mostra Ruskin e la Toscana sono state subito accolte dalla Fondazione Ragghianti con il più vivo interesse. Attraverso i ripetuti viaggi in Italia (sette in Toscana nell’arco di quaranta anni) e i molti studi storici, John Ruskin era arrivato a concludere che la Toscana medievale era stato il felice punto d’incontro fra nord e sud Europa, greco e gotico, pagano e cristiano, elaborando una cultura filosofica, economica, politica e artistica, che dette l’uomo nuovo, l'”uomo europeo”. Da qui nasceva il suo interesse ad approfondire le espressioni della Toscana in ogni campo, specie quello artistico.
Disegni e acquarelli, schizzi e note servivano a scopo didattico, per i suoi allievi giovani e adulti e per i suoi libri. E, non secondariamente, a documentare lo stato dei monumenti, che egli temeva minacciati di rovina e scomparsa. Il legame con Lucca è manifesto nell’attenzione da lui riservata a questa città, ma non minore fu l’attenzione per Firenze, Pisa, Siena, Pistoia, che nella mostra si possono rivedere “com’erano”.
La mostra, ricostruisce il “pensiero” dello studioso, ed è articolata in sezioni, secondo la cronologia dei viaggi di Ruskin in Toscana, tra il 1840 e il 182, dagli entusiasmi giovanili alle posate e complesse riflessioni dell’età avanzata di una vita contraddistinta dalla sete di sapere e dall’attività per diffondere il sapere stesso.
Sono esposti 260 pezzi tra disegni, acquerelli, fotografie, dagherrotipi, libri. Ne sono autori prevalentemente Ruskin stesso e molti suoi allievi e collaboratori, cui commissionò copie e disegni. Spiccano tra gli altri, un acquarello di Turner e acquarelli di Burne-Jones.
John Ruskin. Londra 1819, Coniston 1900 Nato in una famiglia della borghesia colta e ricca, da una madre che lo avrebbe voluto nella carriera ecclesiastica e da un padre che lo voleva poeta. Ruskin divenne saggista, studioso dell'arte e della natura, nonché dei problemi politico-sociali dell'epoca. Fu scrittore di di alta qualità letteraria (le sue opere complete sono in 38 volumi) tra i libri più celebri vanno ricordati Pittori moderni, Le pietre di Venezia, Le sette lampade dell'architettura.