A disposizione, per il download gratuito, articoli selezionati dalla rivista «Luk – studi e attività della Fondazione Ragghianti»
Nato nel 1982 dall’esigenza di fornire un resoconto puntuale e dettagliato delle iniziative e delle attività della Fondazione, nel corso degli anni il periodico ha assunto un’impostazione sempre più rigorosa e scientifica, con testi anche di ampio respiro e approfondimento.
Questa settimana è disponibile il download gratuito in formato PDF della trascrizione della conferenza “Il rapporto tra l’arte e la tecnologia nell’età contemporanea”, tenuta da Renato Barilli alla Fondazione Ragghianti il 12 dicembre 2003 all’interno del ciclo “Le arti e il mondo delle immagini tra XX e XXI secolo” e tratta dal «Luk» n. 4/5 (nuova serie) del 2004.
Renato Barilli, critico, storico della letteratura e dell’arte, è nato a Bologna nel 1935. Ha insegnato Estetica, Storia dell’arte contemporanea e Fenomenologia degli stili all’Università di Bologna. In qualità di critico d’arte ha storicizzato le esperienze della prima e della seconda metà del Novecento ed è stato tra i primi studiosi italiani a incentrare la propria attenzione sul rapporto fra arte e tecnologia. Autore di numerosi libri, ha curato molte mostre sull’arte dell’Ottocento e del Novecento.
Storico e critico dell’arte, Enrico Crispolti (Roma, 18 aprile 1933 – 8 dicembre 2018) ha insegnato nelle Università di Roma, Salerno, Milano e Siena, città in cui ha diretto anche la Scuola di specializzazione in Storia dell’arte. Ha curato numerose pubblicazioni, mostre e rassegne dedicate alla ricerca artistica contemporanea. Le sue aree di maggior interesse sono state il Futurismo, l’Informale, la Pop Art e l’arte ambientale e partecipativa. È stato uno dei “padri fondatori” della storia dell’arte contemporanea nel nostro Paese, tra i massimi studiosi italiani del proprio tempo.
La trascrizione della conferenza “Un secolo per il futuro. Futurismo e futurismi”, tenuta da Enrico Crispolti alla Fondazione Ragghianti il 21 aprile 2004 all’interno del ciclo “Le arti e il mondo delle immagini tra XX e XXI secolo” e tratta dal «Luk» n. 4/5 (nuova serie) del 2004.
Pittore, disegnatore, incisore, muralista e scultore, Pietro Nerici nasce nel 1918 a Lucca.Nel 1947 emigra in Brasile, dove rimarrà 25 anni insegnando, eseguendo opere per committenze pubbliche e private ed esponendo in mostre personali e collettive. Da una pittura di matrice prettamente figurativa, negli anni ‘50 si avvicina progressivamente all’astrazione, divenendo tra i pionieri del movimento astratto sudamericano. Nel 1973 decide di fare ritorno a Lucca dove si dedicherà all’insegnamento e dove, pur rallentando l’attività espositiva, continuerà a dipingere instancabilmente fino al 1995, anno della sua morte.
Recentemente la Fondazione Ragghianti ha acquisito, tramite gli eredi dello storico lucchese Guglielmo Lera, il Fondo Pietro Nerici composto da circa 400 volumi, riviste, opuscoli, la tesi di laurea di Chiara Lera e documenti d’archivio che permetteranno ulteriori studi sull’artista.
Chiara Lera nasce a Lucca nel 1985 dove attualmente vive e lavora. Diplomata in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara, ha seguito un percorso di studi negli ambiti del web design, della grafica e dell’allestimento a Barcellona, Valencia e Firenze. Ha insegnato presso l’Accademia di Belle Arti di Perugia e attualmente lavora come docente, artista e grafico web. Chiara Lera “Pietro Nerici, artista dei due mondi”, tratto dal «Luk» n. 22 (nuova serie) del 2016.
Marisa Mori (all’anagrafe Maria Luisa Lurini), fiorentina di nascita ma torinese di adozione, attiva tra il 1926 e il 1943, artista estremamente versatile e moderna, che ebbe la capacità di attraversare, in modo del tutto personale, due dei principali contesti di riferimento dell’arte novecentesca, ossia la scuola di Felice Casorati, di cui fu allieva e assistente, e il Futurismo di Filippo Tommaso Marinetti. Tornata a Firenze nel 1933, allargò i propri interessi alla fotografia e alla scenografia teatrale e, quando nel 1938 furono promulgate le infami leggi antiebraiche, prese le distanze dal movimento futurista e ospitò gli amici Paola, Rita e Gino Levi Montalcini. Nel 1943 chiuse definitivamente con i Futuristi e tornò ai soggetti del primo periodo: nature morte, nudi, ritratti e paesaggi.
Marisa Mori espose quattro volte alla Biennale di Venezia e tre volte alle Quadriennali di Torino e Roma. All’estero sue opere furono esposte a Parigi, Atene, Varsavia e al Metropolitan di New York.
Il saggio di Chiara Toti “Marisa Mori, le futuriste e il volo”, tratto dal «Luk» n. 17 (nuova serie) del 2011 è un approfondimento di una delle conversazioni del ciclo “Artiste e società nel XX e XXI secolo”, tenuto alla Fondazione Ragghianti nella primavera del 2011.Chiara Toti ha incentrato i suoi studi sull’arte della prima metà del Novecento, con particolare attenzione al collezionismo e alle tematiche al femminile. Ha curato numerose mostre e cataloghi. Lavora nel settore della didattica museale.
Luigi Veronesi (1908-1998), pittore, fotografo, cineasta, grafico, scenografo, teorico, docente all’Accademia di Brera di Milano, è uno dei padri dell’astrattismo nel nostro Paese. Incarnò l’utopia della modernità, di un’idea concreta, oggettiva, etica dell’operare estetico, influenzata dal Costruttivismo e dal Bauhaus, ma tutt’altro che slegata da una profonda italianità. La sua formazione non era quella dell’artista-intellettuale: Veronesi veniva da studi tecnici, e lavorò a lungo come disegnatore di tessuti, anche a Parigi. Manualità, buon senso, curiosità, impegno, dedizione e sperimentalismo ne fecero una figura originale all’interno del M.A.C. (Movimento per l’Arte Concreta) e ancor prima, negli anni Trenta, del gruppo della Galleria Il Milione di Milano.
L’articolo, “Luigi Veronesi alla Fondazione Ragghianti, 1991”, è la trascrizione della conferenza tenuta da Luigi Veronesi a colloquio con Elena Pontiggia il 25 ottobre 1991 per il ciclo “Artisti in diretta”, organizzato da Pier Carlo Santini alla Fondazione Ragghianti. Elena Pontiggia, storica dell’arte, collabora con molti giornali e riviste. Ha insegnato al Politecnico di Milano ed è attualmente docente di Storia dell’arte contemporanea all’Accademia di Brera.
Artista, designer, grafico e scrittore, Bruno Munari (1907-1998) è stato uno dei massimi protagonisti del XX secolo in Italia, nei vari ambiti in cui dispiegò la propria inesauribile creatività. Il suo impegno pedagogico-educativo lo portò a realizzare libri e giochi per l’infanzia tesi a sviluppare le potenzialità dei bambini.
Il primo, “Fantasia esatta. Cento anni dalla nascita di Bruno Munari, artista e designer”, è a firma di Vittorio Fagone, allora direttore della Fondazione Ragghianti.
Il secondo articolo, “Bruno Munari alla Fondazione Ragghianti, 1990”, è la trascrizione della conferenza “autobiografica” tenuta dall’artista a Lucca nel febbraio del 1990, a colloquio con il critico d’arte Marco Meneguzzo.
Storico del cinema, Antonio Costa ha insegnato all’Università di Bologna e allo Iuav di Venezia, è stato visiting professor a Montréal e a Parigi e ha fatto parte del comitato scientifico della monumentale Storia del cinema italiano in quindici volumi realizzata dal Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. È autore di numerosi saggi, articoli e libri sul cinema.
“L’arte nel secolo del cinema. La messa in scena e il museo” è la trascrizione della conferenza tenuta da Costa alla Fondazione Ragghianti il 7 febbraio 2003 all’interno del ciclo “Le arti e il mondo delle immagini tra XX e XXI secolo”.
Il secondo articolo, “Le sceneggiature desunte dei critofilm e la Ragghianti Renaissance”, è dedicato alla ripresa d’interesse per i critofilm di Ragghianti e per le idee ragghiantiane sul cinema come arte figurativa e sulla sua collocazione in una storia generale della visione.
Studioso di estetica e di critica d’arte, Gillo Dorfles (1910-2018) ha insegnato nelle Università di Trieste, Milano e Cagliari, affiancando la riflessione teorica e la carriera intellettuale a quella artistica di pittore, che lo ha visto fondatore e protagonista, nel 1948, del gruppo d’avanguardia M.A.C. (Movimento Arte Concreta), insieme con Bruno Munari, Atanasio Soldati e Gianni Monnet. Come autore ha scritto libri, saggi, articoli e cataloghi di mostre.
“Pro e contro l’arte contemporanea. Un bilancio per il nuovo secolo” di Gillo Dorfles, tratto dal «Luk» n. 7/8 (n. 2/3 della nuova serie) del 2003.
“Per Gillo Dorfles” di Fulvio Irace, tratto dal «Luk» n. 7/8 (n. 2/3 della nuova serie) del 2003.
Filosofo e storico dell’arte, Berger è stato uno dei maggiori esperti mondiali di comunicazione multimediale, arti e nuove tecnologie, oltre che docente universitario a Losanna, direttore del Museo cantonale di belle arti della stessa città, presidente onorario dell’Associazione internazionale dei critici d’arte e consulente all’Unesco e al Consiglio d’Europa.
“Divenire i primitivi del futuro?” di René Berger, tratto da «Luk» n. 6 (n. 1 della nuova serie) luglio-dicembre 2002.