“Per sogni e per chimere”. Giacomo Puccini e le arti visive
“Per sogni e per chimere”. Giacomo Puccini e le arti visive
€ 40,00
Catalogo della mostra a Lucca, Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti, 18 maggio – 23 settembre 2018.
A cura di Fabio Benzi, Paolo Bolpagni, Maria Flora Giubilei e Umberto Sereni.
Testi di Alessandra Belluomini Pucci, Fabio Benzi, Gabriella Biagi Ravenni, Silvestra Bietoletti, Paolo Bolpagni, Giovanna Ginex, Maria Flora Giubilei, Eleonora Barbara Nomellini, Marco Mei, Umberto Sereni.
Testo italiano/inglese, 392 p. ill. e fot. color. (27×23,5 cm.)
Editore
Edizioni Fondazione Ragghianti Studi sull’arte, Lucca, 2018
ISBN
978-88-89324-43-1
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Descrizione
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La mostra approfondisce il rapporto tra Giacomo Puccini e gli artisti del proprio tempo e l’influenza che il compositore e la sua estetica esercitarono sulle arti visive in Italia tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del XX secolo: una ricerca che restituisce al pubblico nuovi elementi, suggestivi spunti d’indagine e molte opere inedite.
La figura di Puccini si rivela in una prospettiva inedita attraverso il suo rapporto privilegiato con vari artisti: in un primo tempo i toscani raccolti a Torre del Lago intorno al Club La Bohème (Ferruccio Pagni, Francesco Fanelli, Angiolo e Lodovico Tommasi), poi Plinio Nomellini, Luigi De Servi, Leonetto Cappiello; infine, in special modo, Galileo Chini, oltre a più episodici contatti con altri pittori, scultori, scenografi. È inoltre investigata, sulla base di nuove ricerche d’archivio, l’esistenza di ulteriori legami di Giacomo Puccini con il mondo delle arti, analizzando il suo gusto visivo e l’evoluzione che esso subì nel corso del tempo, e le vicendevoli connessioni tra l’estetica del compositore e quella della pittura e scultura italiane dagli anni Ottanta dell’Ottocento fino alla metà del terzo decennio del XX secolo. Ne emerge per la prima volta un quadro non episodico, ma atto a delineare i tratti e i confini di una sensibilità e di un clima espressivo di cui Puccini fu volta a volta interprete, talora ispiratore, spesso intuitivo e geniale tramite. «L’itinerario che ne risulta parte dal tardo-naturalismo e dall’ultima stagione scapigliata di quella Milano in cui studiò e riportò i primi successi, attraversa il paesaggismo post-macchiaiolo dei bohémiens toscani, conosce momenti fondamentali in un certo Simbolismo sognante d’inizio Novecento, in un filone artistico versiliese-ligure, nelle propaggini italiane del modernismo internazionale, per culminare nell’esotismo orientaleggiante che avrà la massima ed estrema espressione musicale in Turandot» (Paolo Bolpagni).
Il catalogo si pone come uno studio approfondito sugli argomenti presi in esame, con saggi dei curatori e di altri esperti, dedicati ai seguenti temi: la musica nelle arti visive tra fine Ottocento e primo Novecento; la ritrattistica pucciniana; casi iconografici di pittura e grafica ispirati alle opere di Puccini; Giacomo Puccini appassionato e committente d’arte; i rapporti di Giacomo Puccini con gli artisti del suo tempo; Giacomo Puccini e i ‘pittori del lago’; le case di Puccini: decorazioni, opere d’arte, architettura; Giacomo Puccini disegnatore e caricaturista per diletto; Giacomo Puccini nella cultura italiana di primo Novecento.
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